domenica 1 settembre 2013

Ritorno ad Accra

Dopo 2 mesi e mezzo in Italia eccoci di ritorno ad Accra...
Il mio primo pensiero è: addio prosciutto e melone, pomodoro e mozzarella, pesche e frutta di stagione... Cecilia invece: "oh no! domani vado a scuola!"
Troviamo casa un disastro: è tutto ricoperto da uno strato di polvere/terra marrone, che entra anche con le finestre chiuse, e c'è una tale umidità negli armadi che si sono ammuffiti anche gli zaini e i cappelli. C'è voluta una settimana per pulire e lavare tutto... Per fortuna la ragazza che viene a pulire ha ripreso piena di buona volontà, e solo il primo giorno è venuta con la bimba (arrivata in giallo e tornata a casa marrone...).


Riprendo il mio bel fuoristrada (lercio anche quello) per accompagnare Cecilia a scuola: ma perchè non mi lasciano passare? ah, già, qui se sei educato non passi mai, ti devi infilare appena vedi uno spiraglio... E che vuole quel vigile/poliziotto? Mi devo fermare? passare? boh!!! Io passo, invece i gesti che mi fa dietro suggeriscono che mi dovevo fermare... Speriamo che non la prenda a male, ci passo 4 volte al giorno da quest'incrocio! Naturalmente mi ferma subito appena ripasso, "Sorry! Non avevo capito!" e gran sorriso. Lui bofonchia qualcosa e mi lascia andare, poi ai passaggi successivi gli sorrido e lui mi saluta... è andata bene!


Vado a fare la spesa: faccio il giro di 4 supermercati per trovare tutto quello che mi serve. Ormai so esattamente in quale supermercato trovo le bevande, in quale la carne o il pane o i biscotti e così via.
La varietà del cibo cala drasticamente rispetto all'Italia: di frutta c'è solo ananas (sempre buonissimi), papaya (che pare faccia tanto bene), mango (ma adesso non c'è abbastanza sole e non sono molto buoni) banane, arance (che qui sono gialle!) e mele che vengono dal Sudafrica.
Le verdure invece sono cetrioli, peperoni verdi piccoli, pomodori di una sola qualità, cavolfiori (ma quasi sempre sono abitati da bruchini e finisce che li mangio solo io...). Addio insalatine in busta con innumerevoli varianti, qui c'è 1 tipo di insalata verde, però se sei fortunato, direttamente dai coltivatori trovi una bella rughetta formato gigante. Naturalmente va tutto lavato/disinfettato appena entra in casa...


Di carne mangiamo quasi solo pollo, buono e ruspante, basta non far caso a dove razzola. La carne rossa è spesso dura, troppo insipida o troppo selvatica, e in ogni caso faticosa da digerire con questo clima. In due settimane abbiamo già perso le rotondità guadagnate in Italia, dove non ci siamo fatte mancare niente!! ;)


Ma perchè sento pizzicare le braccia? Ah già, mi devo riabituare a convivere con le microformiche che ti salgono addosso e pizzicano! Sono minuscole, praticamente invisibili, ma arrivano dappertutto, quindi non lasciare mai cibo o piatti sporchi in giro, ma anche ricordarsi di levare il serbatoio dell'acqua dalla macchina del caffè se non si vuole bere caffè al gusto di formica!!!

A cos'altro dobbiamo riabituarci?
- ad essere svegliati tutte le mattine alle 4 e mezza dal Muezzin che urla al microfono il richiamo alla preghiera! a volte si dimentica poi di chiudere il microfono e ci tocca tutta la preghiera...
- alle veglie di preghiera dei metodisti, altrettanto rumorose e che a volte durano buona parte della notte. Per fortuna non più di una volta a settimana...


Ci sono anche degli aspetti piacevoli però, non vorrei sembrare troppo negativa...
Ho ritrovato parte delle amiche, quelle con i figli alla scuola americana sono tornate ad agosto, e adesso rientrano anche quelli che vanno alla scuola francese.
Tra poco ricominciano le uscite al mercato con quel fantastico caos di odori e colori, alla fabbrica di perle, al mare se viene il sole (per adesso grigio compatto tutti i giorni almeno fino all'ora di pranzo).


E sono ricominciati i caffé multietnici, grazie a Colette: lunedì ho conosciuto una giovane giapponese che raccontava quant'è complicato anche per loro memorizzare i caratteri della loro lingua, venerdì ho ascoltato una vietnamita di Ho Chi Minh (ex- Saigon) che raccontava come sono migliorate le condizioni di vita della popolazione rimasta dopo la riunificazione, mentre quelli emigrati ancora serbano rancore. E poi c'era questa ragazza di Kota Kinabalu (adesso vorrei sapere chi di voi sa dov'è... ho memorizzato il nome immaginando Baloo con un cotechino, visto che si pronuncia tutto attaccato, riservandomi di controllare bene su Google Maps) che ci ha raccontato della sua grande famiglia che era abituata al fatto che fosse lei in quanto figlia maggiore a gestire tutti e che ancora la chiamano, a migliaia di km di distanza per risolvere i litigi...
Questa per me è la parte più bella dell'essere all'estero, c'è così tanto da ascoltare e da vedere!