giovedì 6 marzo 2014

La Pendjari

La meta di questo viaggio è il Parco della Pendjari, la più importante riserva naturale del Benin, dove speriamo di vedere tanti animali nel loro habitat naturale.


Arriviamo a Tanguieta di primo pomeriggio, dopo aver perso qualche ora prima per cambiare i soldi e poi per riparare una gomma bucata, per fortuna mentre eravamo ancora in "città".

Le attrezzature sono antiche, ma il lavoro è ben fatto.

Seguendo le indicazioni della guida, pensavamo che l'ingresso del parco fosse a Tanguieta, e l'albergo al centro del parco. Scopriamo man mano che avanziamo che ci sono invece una cinquantina di km di sterrata per arrivare all'ingresso, e poi un'altra ottantina dentro al parco fino all'albergo, che è praticamente sul confine con il Burkina Faso.

Il paesaggio è affascinante, disseminato di baobab giganteschi

 con tante gazzelle che ci osservano, curiose quanto noi.

I nostri primi incontri sono con un branco di bufali che ci attraversa la strada,

e con un coccodrillo che silenzioso naviga nella pozza d'acqua dove cercavamo di vedere gli ippopotami.

Ecco l'albergo, spartano e un po' caro rispetto ai prezzi correnti, ma piazzato strategicamente all'incrocio dei percorsi che attraversano il parco.

Eccoci il giorno dopo a colazione! La sveglia è prima dell'alba, in modo da partire appena c'è abbastanza luce, per fortuna eravamo attrezzati con le torce, perchè il carburante non è arrivato e il generatore è spento. Quindi colazione a lume di candela!!! E sotto un cielo stellato magnifico.

Questo è il fiume che segna il confine con il Burkina Faso.
Fa freddo! Non eravamo preparati al contrasto con i 40° abituali, e mettiamo addosso tutto quello che abbiamo, 2-3 magliette una sopra all'altra e i leggings di Ceci come sciarpa!

Passiamo la giornata a percorrere le stradine segnate, è assolutamente vietato uscire dai tracciati e scendere dalla macchina al di fuori delle aree di sosta vicino alle pozze d'acqua. Effettivamente del tutto inaspettata una leonessa ci ha attraversato la strada davanti alla macchina, e subito dopo due fagoceri (col codino alzato come Pumba) hanno attraversato in senso contrario! Quindi meglio evitare di avventurarsi a piedi!


Non riusciamo a vedere (e fotografare) altri leoni, ma vediamo comunque tanti animali, ecco un bel Bubale con la mascherina,

qualcuno che ci ascolta tutt'orecchi...

una cicogna africana che si è procurata il pranzo,

e una bellissima ghiandaia dai colori incredibili.

Incontriamo un branco di scimmie a pranzo in cima agli alberi

e ancora scimmie indaffarate con i loro piccoli.
 
Percorriamo parecchi kilometri, da una pozza all'altra, scambiandoci indicazioni con gli altri visitatori


 e troviamo gli elefanti, che pur essendo belli grossi non sono facili da scovare.

Questi siamo noi che li fotografiamo! Con lo scorrere della giornata la temperatura si è alzata e la macchina è diventata rossa, sia fuori che dentro!

E finalmente, dopo aver visto nel corso di numerosi appostamenti solo il naso e le orecchie degli ippopotami, riusciamo a vederne un muso intero!


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